Si
muovono le luci tra una bestemmia e il cane
che mi
morde la mano e lecca lo sputo verde
dei
rospi in marcia verso i centri commerciali,
e tanti
si truccano con belletti color fango,
ed io
che non ho un dio da fare a pezzi
mi
limito a dare le ossa del mio pensiero al cane.
Ondeggiano
le luci come natiche in dono
nelle
retrovie del corteo di troie e ricchi magi,
e
l'infinito si nasconde dentro la campana
che
sfibra col suo martello il cane e il sesso.
Io non
mi assento tra la memoria e la fata,
m'incenerisco
il cuore sopra una foglia d'alloro
per
cibarne con veleno il falso e il futuro.
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