Mi
benderò gli occhi
col
nero della profonda notte,
intraprendendo
il viaggio
verso
i miei versi, per maledirti.
In
lontananze dormono le urla
distese
tra le pieghe del respiro,
armate
d'arcani desideri
per
fendere il cielo del tuo mondo.
Ora
oltrepasso le mie ombre
nell'intenzione
d'assassinare il sogno,
recando
tra le mani un fiore
rubato
nell'ansa del tuo inferno.
Mi
legherò le vene
a
raggi di lune senza cielo,
dimenticando
la memoria
che
mai s'inciderà sul tempo.
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