Non li avremmo
voluti vedere
tra le nostre
speranze e delusioni,
risorti come
cristi inchiodati al tempo
per ascriversi
glorie e miracoli,
per aspergere
pseudo acqua santa
su fronti e
frontiere dell’arrendevolezza.
Non possiamo
avere pensiero di perdono,
perché i
serpenti di città non hanno occhi.
Sono
striscianti sopra leggi e sogni,
finti
integerrimi,falsi legislatori,
in incavi di
muri senza raggi di sole
celano la
nostra condanna di cittadinanza.
I serpenti di
città non hanno parole
per illuderci
di certezza futuribile,
per
convincerci di luce il cuore.
Non li avremmo
voluti al banchetto,
non sopra i
prati senza fiori ed amore.